Quando osservo una nuvola
e mi sembra una fragola
quando tutta questa tristezza diventa ugola
quando poi mi rimane qui
quello strascico che ho di te
e rimango da solo con la mia mandibola
se respiro se guardi in basso
se alla fine non mi rilasso
mi rincorre fin sulla schiena il solito brivido
e ti aspetto in contemplazione
di risposte che non ci sono
proprio sotto questo lampione sigari e chiacchiere
quando scambio l'ambiguità con il non saper scegliere
quando poi mi è salita invece di scendere
se mi trovo più appeso d questa lampada di Ikea
che ci illumina con la sua luce so-lugubre
mi ritornerà in mente ancora mentre cucinerò due uova
sono come questa bottiglia solo un vuoto a perdere
tante cose le ho perse già nella smania di correre
ho creato dei nuovi voti per credere
ed evito la forma
riempiendomi la bocca di vergogna
dei miei pensieri tristi e troppo cinici
sperando di lavarli con la pioggia
e cerco solamente cose nuove
che sappiano comprimere il dolore
nascondermi che è solo una necessità
lasciarli dentro l'amplificatore
per giorni, minuti e secondi,
i nostri soliti secondi
che scansano gli altri
quando penso all'a**urdità del mio modo di vivere
dovrei ricominciare tutto invece di fingere
la risata da aperitivo, allegria con la faccia stretta
non mi sento come un Martini, più come l'olivetta
e di tempo ne già passato per potermelo ricordare
cosa cazzo stavo aspettando con i fiori in mano io
quel difetto di fabbrica che mi rende credibile
mi fa ancore sentire a posto con le mie briciole
ed evito la forma
sgrammaticando il vuoto all'esistenza
la tua pelle di luna sarà quel vettore
che riuscirà a ridurre la distanza
tra tutti quelli che potevi essere
non devi rimanere dispiaciuto
se sei rimasto in gara solamente tu
con tutto quello che sei diventato
nei giorni, minuti e secondi
secondi che scacciano gli altri
secondi
e mi sembra una fragola
quando tutta questa tristezza diventa ugola
quando poi mi rimane qui
quello strascico che ho di te
e rimango da solo con la mia mandibola
se respiro se guardi in basso
se alla fine non mi rilasso
mi rincorre fin sulla schiena il solito brivido
e ti aspetto in contemplazione
di risposte che non ci sono
proprio sotto questo lampione sigari e chiacchiere
quando scambio l'ambiguità con il non saper scegliere
quando poi mi è salita invece di scendere
se mi trovo più appeso d questa lampada di Ikea
che ci illumina con la sua luce so-lugubre
mi ritornerà in mente ancora mentre cucinerò due uova
sono come questa bottiglia solo un vuoto a perdere
tante cose le ho perse già nella smania di correre
ho creato dei nuovi voti per credere
ed evito la forma
riempiendomi la bocca di vergogna
dei miei pensieri tristi e troppo cinici
sperando di lavarli con la pioggia
e cerco solamente cose nuove
che sappiano comprimere il dolore
nascondermi che è solo una necessità
lasciarli dentro l'amplificatore
per giorni, minuti e secondi,
i nostri soliti secondi
che scansano gli altri
quando penso all'a**urdità del mio modo di vivere
dovrei ricominciare tutto invece di fingere
la risata da aperitivo, allegria con la faccia stretta
non mi sento come un Martini, più come l'olivetta
e di tempo ne già passato per potermelo ricordare
cosa cazzo stavo aspettando con i fiori in mano io
quel difetto di fabbrica che mi rende credibile
mi fa ancore sentire a posto con le mie briciole
ed evito la forma
sgrammaticando il vuoto all'esistenza
la tua pelle di luna sarà quel vettore
che riuscirà a ridurre la distanza
tra tutti quelli che potevi essere
non devi rimanere dispiaciuto
se sei rimasto in gara solamente tu
con tutto quello che sei diventato
nei giorni, minuti e secondi
secondi che scacciano gli altri
secondi