Praga.
Praga è una città
dove non sopravvive niente
di quaranta anni di guerra fredda:
nessuna falce e martello,
statua, monumento
ricorda ciò che era fino a quindici anni fa.
Una rimozione
sfrontata.
Ripulita dal grigiore brezneviano
Praga splende nei suoi palazzi barocchi e liberty
pieni di turisti più o meno sessuali
e appare piccola,
misteriosa
e decadente
nonostante gli sforzi
di mostrare un'economia in espansione.
Cerco le tracce dell'immobilismo del regime
ma vedo solo le ferite della modernità occidentale
e nessuna testimonianza degli errori,
degli orrori
e delle ingenuità marxiste
si esprime ai miei occhi.
Dormo in un caseggiato anonimo:
aspetto pulito ma vecchio,
enormi somiglianze
con i quartieri IACP italiani
degli anni sessanta.
E miseria in giro
meno che in certe nostre città.
Esordisco nella vita notturna al Lucerna,
un club sotterraneo
modello febbre del sabato sera.
C'è una serata anni ottanta
e l'entrata costa circa 2 euro.
Come al solito, sono il più vecchio nel locale.
Nello schermo ad un lato della pista
passano i video delle canzoni che il dj mette su,
ma gli anni ottanta di Praga
sono meno rigorosi dei nostri
e la scaletta è vergognosa.
I Modern Talking,
Samantha Fox,
Nick Kershaw
e via così fino ad un inatteso regalo:
parte
felicità di Albano e Romina.
La cantano tutti e mi sento malissimo
e mi rendo conto solo adesso
che l'eredità del comunismo non va cercata nell'architettura e nei simboli,
ma nell'anima di un popolo.
Ed eccola qua l'anima negli anni ottanta cecoslovacchi:
felicità e il suo video colorato
che parla del sole e dell'amore italiano
mentre in Boemia tutto è fermo,
mentre in Boemia tutto è immobile.
Ma anche ora c'è una tristezza a**urda,
nessuno si diverte,
sarà che è lunedì sera,
sarà che è gente fredda,
sarà che non c'è il mare a Praga
e allora mi domando per quanto tempo ancora i bimbi boemi
vorranno guardare i cartoni animati della Talpa
invece che quelli americani o giapponesi?
Per fortuna che all'uscita
una ragazza nota felice
la mia maglietta dei Depeche Mode,
basta poco per sentirmi meglio.
Dubcek direbbe
che poteva andare diversamente
e almeno lui ha fatto in tempo a vedere la differenza
a volta astratta
tra un regime imposto con i carri armati
ed uno imposto più sottilmente col dollaro,
il marco
l'euro.
I tedeschi si sono comprati perfino la Skoda.
La fabbrica!
Come souvenir
ho portato trenta confezioni di wafer Tatranky,
pacchetti tipo Loacker
ma molto più buoni.
Solo dopo qualche giorno
ho notato un marchio un po' nascosto:
Danone.
Danone...
Ci hanno davvero preso tutto!
Ci hanno preso tutto.
Praga è una città
dove non sopravvive niente
di quaranta anni di guerra fredda:
nessuna falce e martello,
statua, monumento
ricorda ciò che era fino a quindici anni fa.
Una rimozione
sfrontata.
Ripulita dal grigiore brezneviano
Praga splende nei suoi palazzi barocchi e liberty
pieni di turisti più o meno sessuali
e appare piccola,
misteriosa
e decadente
nonostante gli sforzi
di mostrare un'economia in espansione.
Cerco le tracce dell'immobilismo del regime
ma vedo solo le ferite della modernità occidentale
e nessuna testimonianza degli errori,
degli orrori
e delle ingenuità marxiste
si esprime ai miei occhi.
Dormo in un caseggiato anonimo:
aspetto pulito ma vecchio,
enormi somiglianze
con i quartieri IACP italiani
degli anni sessanta.
E miseria in giro
meno che in certe nostre città.
Esordisco nella vita notturna al Lucerna,
un club sotterraneo
modello febbre del sabato sera.
C'è una serata anni ottanta
e l'entrata costa circa 2 euro.
Come al solito, sono il più vecchio nel locale.
Nello schermo ad un lato della pista
passano i video delle canzoni che il dj mette su,
ma gli anni ottanta di Praga
sono meno rigorosi dei nostri
e la scaletta è vergognosa.
I Modern Talking,
Samantha Fox,
Nick Kershaw
e via così fino ad un inatteso regalo:
parte
felicità di Albano e Romina.
La cantano tutti e mi sento malissimo
e mi rendo conto solo adesso
che l'eredità del comunismo non va cercata nell'architettura e nei simboli,
ma nell'anima di un popolo.
Ed eccola qua l'anima negli anni ottanta cecoslovacchi:
felicità e il suo video colorato
che parla del sole e dell'amore italiano
mentre in Boemia tutto è fermo,
mentre in Boemia tutto è immobile.
Ma anche ora c'è una tristezza a**urda,
nessuno si diverte,
sarà che è lunedì sera,
sarà che è gente fredda,
sarà che non c'è il mare a Praga
e allora mi domando per quanto tempo ancora i bimbi boemi
vorranno guardare i cartoni animati della Talpa
invece che quelli americani o giapponesi?
Per fortuna che all'uscita
una ragazza nota felice
la mia maglietta dei Depeche Mode,
basta poco per sentirmi meglio.
Dubcek direbbe
che poteva andare diversamente
e almeno lui ha fatto in tempo a vedere la differenza
a volta astratta
tra un regime imposto con i carri armati
ed uno imposto più sottilmente col dollaro,
il marco
l'euro.
I tedeschi si sono comprati perfino la Skoda.
La fabbrica!
Come souvenir
ho portato trenta confezioni di wafer Tatranky,
pacchetti tipo Loacker
ma molto più buoni.
Solo dopo qualche giorno
ho notato un marchio un po' nascosto:
Danone.
Danone...
Ci hanno davvero preso tutto!
Ci hanno preso tutto.