Diceva "Bene, certo, mi va!"
Muoiono insieme tempo e dignità.
Ieri o domani "Facciamo! Tanto si fa".
Sterili figli tra mondo e viltà.
E lei
aveva neri i capelli, sottili come i suoi no.
Stava gridando tra i morti un malaticcio "Farò".
Passava lieve tra niente e specchiera
poi disegnava il suo disagio nero contro l'abat-jour:
si colorava scordando chi era.
Poi si solcava le vene
e mani nella testa, mani nella testa, mani sulla testa;
chiedeva "Il lecito è bene?" e poi scriveva sù "Priorità".
Aveva piene le mani di segni,
la linea lunga di chi pensa un angelo mi salverà;
tante pensieri, parole, disegni...
Tolse un coltello da sotto la noia,
si scrisse "Adesso" sulla carne fresca di opportunità;
si leccò bene per scorrere meglio.
Si strappò via tutto il sale dagli occhi,
respirò acqua e poi paura e sangue, e poi serenità.
Rise.
Leggera aprì la sua porta.
Muoiono insieme tempo e dignità.
Ieri o domani "Facciamo! Tanto si fa".
Sterili figli tra mondo e viltà.
E lei
aveva neri i capelli, sottili come i suoi no.
Stava gridando tra i morti un malaticcio "Farò".
Passava lieve tra niente e specchiera
poi disegnava il suo disagio nero contro l'abat-jour:
si colorava scordando chi era.
Poi si solcava le vene
e mani nella testa, mani nella testa, mani sulla testa;
chiedeva "Il lecito è bene?" e poi scriveva sù "Priorità".
Aveva piene le mani di segni,
la linea lunga di chi pensa un angelo mi salverà;
tante pensieri, parole, disegni...
Tolse un coltello da sotto la noia,
si scrisse "Adesso" sulla carne fresca di opportunità;
si leccò bene per scorrere meglio.
Si strappò via tutto il sale dagli occhi,
respirò acqua e poi paura e sangue, e poi serenità.
Rise.
Leggera aprì la sua porta.