e chiudi tutti i cancelli le tue porte blindate
le tue braccia magre le tue celle frigorifere
chiudi le tue gambe bianche mari rossi le finestre
chiudi bene le tue frontiere
e parlami degli archi parlami delle tue galere delle nostre metafore
delle case inagibili dei nostri voli rasoterra e poi la crisi finanziaria e le ronde di merda
nel regno dei cieli grigio neri chiamale se vuoi esclusioni nei mercati i nostri corpi separati
parlami degli scooter scheletrici bruciati
dei cani in A1
dei tuoi viaggi di dieci chilometri
dei discorsi dei tossici storici
dormiremo nei letti prosciugati nei fiumi surrogati dei sogni
parlami delle migrazioni dei rumeni e delle rondini
dei gabbiani intercettati
dai reattori degli aerei
dell'ora in cui si alzano i pendolari e i guerriglieri
degli occhiali neri di pasolini
dei figli degli industriali
che i sogni siano sintomi siano armi nucleari
che i sogni siano sintomi siano armi nucleari
e chiudi tutti i cancelli le tue porte blindate
le tue braccia magre le tue celle frigorifere
chiudi ermeticamente le tue gambe i mari mossi le finestre
ti lascio le tue basi aeree
non dirmi dei palazzi parlami delle tue galere
delle pianure delle corriere che tornavano dalle discoteche
delle regine delle autobombe delle rate disperate
delle notte di fuoco e di detriti
i nostri scudi di plexyglass
le nostre parole che sono solo anidride carbonica
e bombe a grappoli dai cieli con dentro i tuoi curriculum inverosimili
un lavoro di merda amore l'aria rarefatta la maggioranza silenziosa
che come un supermercato per me sei sempre aperta
sorvoleremo campi arati padreterni le alluvioni
e tu che collassavi
ci abitueremo a tutto anche a quello che scrive
parcheggi deserti fuori da mirafiore
gli eserciti israeliani schierati
erano grattacieli abbattuti
erano grattacieli crollati
come teglie di sera alle 11 ci troverai schierati
ci troverai schierati
ci troverai schierati
ci troverai schierati
ma eravamo illuminati morti per folgorazione
ustionati dai nostri desideri
come le lacrime noi cadiamo negli angoli sulle porta-aerei
e finiti i tuoi i terremoti ci eravamo addormentati
e finiti i tuoi i terremoti ci eravamo addormentati
e finiti i tuoi i terremoti ci eravamo addormentati
e finiti i tuoi i terremoti ci eravamo addormentati
si schianteranno ancora in cielo sopra di noi le frecce tricolori come quella sera
si schianteranno ancora in cielo sopra di noi le frecce tricolori come quella sera
si schianteranno ancora in cielo sopra di noi le frecce tricolori come quella sera
si schianteranno ancora in cielo sopra di noi le frecce tricolori come quella sera
le tue braccia magre le tue celle frigorifere
chiudi le tue gambe bianche mari rossi le finestre
chiudi bene le tue frontiere
e parlami degli archi parlami delle tue galere delle nostre metafore
delle case inagibili dei nostri voli rasoterra e poi la crisi finanziaria e le ronde di merda
nel regno dei cieli grigio neri chiamale se vuoi esclusioni nei mercati i nostri corpi separati
parlami degli scooter scheletrici bruciati
dei cani in A1
dei tuoi viaggi di dieci chilometri
dei discorsi dei tossici storici
dormiremo nei letti prosciugati nei fiumi surrogati dei sogni
parlami delle migrazioni dei rumeni e delle rondini
dei gabbiani intercettati
dai reattori degli aerei
dell'ora in cui si alzano i pendolari e i guerriglieri
degli occhiali neri di pasolini
dei figli degli industriali
che i sogni siano sintomi siano armi nucleari
che i sogni siano sintomi siano armi nucleari
e chiudi tutti i cancelli le tue porte blindate
le tue braccia magre le tue celle frigorifere
chiudi ermeticamente le tue gambe i mari mossi le finestre
ti lascio le tue basi aeree
non dirmi dei palazzi parlami delle tue galere
delle pianure delle corriere che tornavano dalle discoteche
delle regine delle autobombe delle rate disperate
delle notte di fuoco e di detriti
i nostri scudi di plexyglass
le nostre parole che sono solo anidride carbonica
e bombe a grappoli dai cieli con dentro i tuoi curriculum inverosimili
un lavoro di merda amore l'aria rarefatta la maggioranza silenziosa
che come un supermercato per me sei sempre aperta
sorvoleremo campi arati padreterni le alluvioni
e tu che collassavi
ci abitueremo a tutto anche a quello che scrive
parcheggi deserti fuori da mirafiore
gli eserciti israeliani schierati
erano grattacieli abbattuti
erano grattacieli crollati
come teglie di sera alle 11 ci troverai schierati
ci troverai schierati
ci troverai schierati
ci troverai schierati
ma eravamo illuminati morti per folgorazione
ustionati dai nostri desideri
come le lacrime noi cadiamo negli angoli sulle porta-aerei
e finiti i tuoi i terremoti ci eravamo addormentati
e finiti i tuoi i terremoti ci eravamo addormentati
e finiti i tuoi i terremoti ci eravamo addormentati
e finiti i tuoi i terremoti ci eravamo addormentati
si schianteranno ancora in cielo sopra di noi le frecce tricolori come quella sera
si schianteranno ancora in cielo sopra di noi le frecce tricolori come quella sera
si schianteranno ancora in cielo sopra di noi le frecce tricolori come quella sera
si schianteranno ancora in cielo sopra di noi le frecce tricolori come quella sera