Negli occhi d'un ribelle non c'è solo la fiamma
Che la collera vi accende tra uno sdegno e una condanna.
Vi s'affaccia, talvolta, come il sole tra i nembi
Un veloce passaggio di fantasmi ridenti
Come i giochi di ragazzi che chiassavano le corti
Nei più limpidi vespri che memoria ricordi.
Occhi che guardano a te, ansiosi di dare una scossa,
Persuasi che il mondo non voglia null'altro che gioia e sommossa,
Ben certi che il capo chinato sia sempre tra i mali il peggiore,
Ma l***ri di chi se n'è andato, avendo gettato un amore,
Chissà poi perché...
Negli occhi d'un ribelle c'è un andare di ombre
Come d'un ripensamento che sorprende e confonde,
Quasi come temesse di non reggere l'impatto
Di quel dono tremendo che le stelle gli hanno fatto,
In quegli occhi, dicevo, c'è un'ostinazione antica
Che è la muta cocchiera d'una scelta di vita.
Vita che nasce giocata, con a**o di coppe, la morte:
La minima pena annunciata per chi va più in alto e più oltre,
L'eterna sentenza che è in uso per l'imperdonabile dolo
Di avere il contagio diffuso della tentazione del volo.
Sebbene sia raro talvolta arriva a insidiare i poteri
E allora oggi tutti a lisciare le mani pestategli ieri,
Si schiudono porte a palazzo e cosce di belle signore,
Ma solo quando la vittoria parrebbe questione di ore,
E in tutte le guerre civili, in tutti gli scontri di piazza
Collidono le ideologie e s'alza quell'unica razza
Di illusi, romantici e fessi tagliati per bara o prigione,
Nei secoli sempre gli stessi, motori di un'evoluzione
Che li negherà...
Che la collera vi accende tra uno sdegno e una condanna.
Vi s'affaccia, talvolta, come il sole tra i nembi
Un veloce passaggio di fantasmi ridenti
Come i giochi di ragazzi che chiassavano le corti
Nei più limpidi vespri che memoria ricordi.
Occhi che guardano a te, ansiosi di dare una scossa,
Persuasi che il mondo non voglia null'altro che gioia e sommossa,
Ben certi che il capo chinato sia sempre tra i mali il peggiore,
Ma l***ri di chi se n'è andato, avendo gettato un amore,
Chissà poi perché...
Negli occhi d'un ribelle c'è un andare di ombre
Come d'un ripensamento che sorprende e confonde,
Quasi come temesse di non reggere l'impatto
Di quel dono tremendo che le stelle gli hanno fatto,
In quegli occhi, dicevo, c'è un'ostinazione antica
Che è la muta cocchiera d'una scelta di vita.
Vita che nasce giocata, con a**o di coppe, la morte:
La minima pena annunciata per chi va più in alto e più oltre,
L'eterna sentenza che è in uso per l'imperdonabile dolo
Di avere il contagio diffuso della tentazione del volo.
Sebbene sia raro talvolta arriva a insidiare i poteri
E allora oggi tutti a lisciare le mani pestategli ieri,
Si schiudono porte a palazzo e cosce di belle signore,
Ma solo quando la vittoria parrebbe questione di ore,
E in tutte le guerre civili, in tutti gli scontri di piazza
Collidono le ideologie e s'alza quell'unica razza
Di illusi, romantici e fessi tagliati per bara o prigione,
Nei secoli sempre gli stessi, motori di un'evoluzione
Che li negherà...