Qui dove si sposano il limpido e il nero
La notte è lo specchio abissale
Su cui si riflettono l'a***ogo e il vero
Che adesso è il mio turno guardare.
E' l'apoteosi del mio paradosso:
Pulita, ma senza candore
E ogni paura mi cade di dosso
Portandosi appresso il pudore.
Intorno a me non c'è altro che aria
Come naufrago null'altro ha che il mare
Ma non è buio di notte ordinaria
Che mi accoglie da vero compare.
E sono impensabili sconforto e paura
Nel tuo regno, sia pur di un minuto,
Seguendoti, seguo la mia stessa natura
E ritrovo un conforto perduto
E il cuore non dà più tormento perché
Quassù tra le stelle e i falò,
Il vento si alza e mi parla di te
E del tempo d'amore che avrò.
L'eterno diventa un momento e non è
Che aria che respirerò
Di casa di volte d'argento per me
E luce di stelle e falò.
Tre vette gemelle e ad ognuna il suo fuoco:
Ché il mondo lo possa scrutare!
E nuovi Arditi avvinti da un gioco
Che ha il soffio d'un rito ancestrale,
Sono certa comprendi se un po' mi defilo
Quale unica donna in quest'ora.
Già troppi ti acclamano e un basso profilo
Trovo sia preferibile ancora.
Perché dovrei dirti che ardono in te,
Nei tuoi occhi le stelle e i falò
Gettando l'orgoglio tetragono che
E' la sola forza che ho.
Sono faville nel buio di un'Era
E tu l'astro che ancora non ho.
Vittoria è il mio nome: presagio o chimera,
Se credi, per te lo sarò.
La notte è lo specchio abissale
Su cui si riflettono l'a***ogo e il vero
Che adesso è il mio turno guardare.
E' l'apoteosi del mio paradosso:
Pulita, ma senza candore
E ogni paura mi cade di dosso
Portandosi appresso il pudore.
Intorno a me non c'è altro che aria
Come naufrago null'altro ha che il mare
Ma non è buio di notte ordinaria
Che mi accoglie da vero compare.
E sono impensabili sconforto e paura
Nel tuo regno, sia pur di un minuto,
Seguendoti, seguo la mia stessa natura
E ritrovo un conforto perduto
E il cuore non dà più tormento perché
Quassù tra le stelle e i falò,
Il vento si alza e mi parla di te
E del tempo d'amore che avrò.
L'eterno diventa un momento e non è
Che aria che respirerò
Di casa di volte d'argento per me
E luce di stelle e falò.
Tre vette gemelle e ad ognuna il suo fuoco:
Ché il mondo lo possa scrutare!
E nuovi Arditi avvinti da un gioco
Che ha il soffio d'un rito ancestrale,
Sono certa comprendi se un po' mi defilo
Quale unica donna in quest'ora.
Già troppi ti acclamano e un basso profilo
Trovo sia preferibile ancora.
Perché dovrei dirti che ardono in te,
Nei tuoi occhi le stelle e i falò
Gettando l'orgoglio tetragono che
E' la sola forza che ho.
Sono faville nel buio di un'Era
E tu l'astro che ancora non ho.
Vittoria è il mio nome: presagio o chimera,
Se credi, per te lo sarò.