La Giovanna ha cinquant'anni
e li porta come i fiori
che crescono tra il verde
mal tenuto dei suoi campi
dove lascia che sia il vento
o la pioggia a pettinare
quell'erba che la falce
non riuscì mai a toccare
come i suoi capelli neri
che le scendono fino al fianco
ed il pettine e la spazzola
hanno ormai dimenticato
per lasciare alle sue dita
nervose e trascurate
carezze di coiffeur
acconciature da regina della giungla
popolata di bestie da cortile
che dormono sul tavolo
e si lasciano legare
da quel vento.
La Giovanna è una lumaca
che ha sempre addosso il guscio
lasciato da chi era fuggita dal clamore
e la vide tempo fa
ricevere il suo amore
ma troppo presto per poterlo fare accomodare
ed allora il bosco lì vicino
fu garçonniere di lusso
fu letto fu toilette fu poesia fu sacrificio
fu attesa di un momento
mai più dimenticato
mai più ripresentato ma accettato
come muoiono le rose del giardino
cresciute chissà come e mai da lei curate.
Ma non pensate che questa sia una storia triste
la Giovanna se ne frega di queste malinconie
lei si lascia trascinare dal corso della vita
anche se la vive sola e per vicino ha solo me.
Sulla bocca un bel sorriso che niente potrà turbare
nè la grandine nè l'uomo nè l'amore nè l'età
nè la morte che si stende sopra i suoi piccoli amici
nè gli acciacchi nello specchio in cui non si specchierà.
La Giovanna ha cinquant'anni
ed ha cinquanta gatti e cani
che le dormono nel letto
che le mangiano nel piatto
che le muoiono senza pianto
poichè tutto è naturale
che si picchiano e si scannano
ma lei li lascia fare
come lascia fare all'uomo
che le capita alla porta
e le c***de di donargli
quel poco che ha conservato
di gioventù e di voglia
di andare lì vicino
nel bosco dove si concesse
per la prima volta
e per la prima volta vide
che in questo mondo
non vale la pena
il troppo soffrire.
e li porta come i fiori
che crescono tra il verde
mal tenuto dei suoi campi
dove lascia che sia il vento
o la pioggia a pettinare
quell'erba che la falce
non riuscì mai a toccare
come i suoi capelli neri
che le scendono fino al fianco
ed il pettine e la spazzola
hanno ormai dimenticato
per lasciare alle sue dita
nervose e trascurate
carezze di coiffeur
acconciature da regina della giungla
popolata di bestie da cortile
che dormono sul tavolo
e si lasciano legare
da quel vento.
La Giovanna è una lumaca
che ha sempre addosso il guscio
lasciato da chi era fuggita dal clamore
e la vide tempo fa
ricevere il suo amore
ma troppo presto per poterlo fare accomodare
ed allora il bosco lì vicino
fu garçonniere di lusso
fu letto fu toilette fu poesia fu sacrificio
fu attesa di un momento
mai più dimenticato
mai più ripresentato ma accettato
come muoiono le rose del giardino
cresciute chissà come e mai da lei curate.
Ma non pensate che questa sia una storia triste
la Giovanna se ne frega di queste malinconie
lei si lascia trascinare dal corso della vita
anche se la vive sola e per vicino ha solo me.
Sulla bocca un bel sorriso che niente potrà turbare
nè la grandine nè l'uomo nè l'amore nè l'età
nè la morte che si stende sopra i suoi piccoli amici
nè gli acciacchi nello specchio in cui non si specchierà.
La Giovanna ha cinquant'anni
ed ha cinquanta gatti e cani
che le dormono nel letto
che le mangiano nel piatto
che le muoiono senza pianto
poichè tutto è naturale
che si picchiano e si scannano
ma lei li lascia fare
come lascia fare all'uomo
che le capita alla porta
e le c***de di donargli
quel poco che ha conservato
di gioventù e di voglia
di andare lì vicino
nel bosco dove si concesse
per la prima volta
e per la prima volta vide
che in questo mondo
non vale la pena
il troppo soffrire.