Io cavalco sopra l'ombra d'un fantasma alato che ha più di cent'anni: un barbagianni agile e fiero.
Lento come un vento lento, come un canto, volo sopra il cimitero, unico vero posto per me.
Forse pensi ch'io non possa; credi a me, ciò non è vero, com'è vero che io sono un crocchiaossa il cimitero piace a me. Plano silenzioso con i miei fratelli, vecchi pazzi putrefatti, sulle rovine, sopra i castelli. Campi di battaglia, guerre ormai finite sono tavole imbandite -Neri folletti a banchetto con me!-
Luna, brilla sulle vesti! Cielo illuminato a giorno, vesto di corazze tronche d'azze che la gente ormai non usa più e se a cena non ci basta tutta la cavalleria, via, che sventurati fanti per finire cena ce n'è a**ai di più!
Se vagando, a stento fra i compagni morti senti un secco crepitio, stai pure certo che sono io.
Sulle rocce più scoscese edifichiamo nidi belli come case, rami e sputazza la reggia d'un re.
E voliamo ai nostri nidi -per di là compagni arditi!- a brindare, a vomitare sopra il mare, ciò che schifa pure me e se non ho digerito, ficco in gola questo dito ché gli anelli alle falangi, se li mangi, fan strozzare pure te. Siamo gli spiriti della tormenta; credi ch'io menta? Lascia spiegare: d'ogni tenzone che va a cominciare son commensale e sfizioso gourmet. Luna, brilla sulle vesti! Cielo illuminato a giorno, vesto di corazze tronche d'azze che la gente ormai non usa più e se a cena non ci basta tutta la cavalleria, via, che sventurati fanti per finire cena ce n'è a**ai di più!
Lento come un vento lento, come un canto, volo sopra il cimitero, unico vero posto per me.
Forse pensi ch'io non possa; credi a me, ciò non è vero, com'è vero che io sono un crocchiaossa il cimitero piace a me. Plano silenzioso con i miei fratelli, vecchi pazzi putrefatti, sulle rovine, sopra i castelli. Campi di battaglia, guerre ormai finite sono tavole imbandite -Neri folletti a banchetto con me!-
Luna, brilla sulle vesti! Cielo illuminato a giorno, vesto di corazze tronche d'azze che la gente ormai non usa più e se a cena non ci basta tutta la cavalleria, via, che sventurati fanti per finire cena ce n'è a**ai di più!
Se vagando, a stento fra i compagni morti senti un secco crepitio, stai pure certo che sono io.
Sulle rocce più scoscese edifichiamo nidi belli come case, rami e sputazza la reggia d'un re.
E voliamo ai nostri nidi -per di là compagni arditi!- a brindare, a vomitare sopra il mare, ciò che schifa pure me e se non ho digerito, ficco in gola questo dito ché gli anelli alle falangi, se li mangi, fan strozzare pure te. Siamo gli spiriti della tormenta; credi ch'io menta? Lascia spiegare: d'ogni tenzone che va a cominciare son commensale e sfizioso gourmet. Luna, brilla sulle vesti! Cielo illuminato a giorno, vesto di corazze tronche d'azze che la gente ormai non usa più e se a cena non ci basta tutta la cavalleria, via, che sventurati fanti per finire cena ce n'è a**ai di più!