(Music and Lyrics: R. Prencipe)
"La nostra attività di studio e di a***isi avviene a circuito chiuso e quasi sempre nell'indifferenza generale. Ma è anche vero che agisce in profondità, e
i risultati si vedono sul lungo periodo. Non bisogna avere paura di essere minoranza"
(Pierre Nora)
Scipione è stanco
di navigare
con voce cava e vento nel petto:
"lascia a Dio, lascia a Dio, lascia a Dio, lasciala a lui"
"lascia a Dio quei giorni biondi"
"lascia a Dio chi non c'è più"
le sue bestie addormentate rispondevano così:
"sulle piaghe Dio mette il sale,"
"Dio alle piaghe mette il sale"
nh no, mai...
No, no, non... mai...
oh no, mai...
no, no, no... mai...
La terra...
la terra è una lucertola distesa,
di notte un avambraccio ingioiellato
Scipione indora tutte le sue intese,
e lotta da misantropo del mare.
il suolo ha i chiodi, il globo lo deruba,
incita ai giochi e introna coi suoi canti.
Lui beve la terra e mangia il sale,
intinge sguardi di speranza ossea,
dal mare, brucia gli oli e gli antenati
di notte sogna, ha gli occhi dei gabbiani.
Corri! Corri e sii veloce, l'aria imbruna
i fiordi dei tuoi sogni nudi, apri le ali e
vola! vola sulle folle a picco sulle
torri , tre torri roventi, ali bianche.
Folle e santi a piedi nudi,
i canti a mo' di scudi
e reliquie d'uva,
controvento.
Ma quel vento sa, ed è un momento,
mentre dio mare, quello ha tempo.
Una tela che indora le imprese
ti ha fregiato il "minotauro del cielo"
...coi gabbiani
Vola! vola e sii veloce, l'aria dora
i mondi che sgorgano a fiumi
- i paggi lenti -
folle e santi a piedi nudi,
i canti a mo' di scudi
e reliquie d'uva,
controvento.
[Inspired by the painting "Procession during the Vesuvius eruption", painted after 1631 by the artista Scipione Compagno, Museum of Sanmartino (Naples)
In memory of Umberto Bile.]
"La nostra attività di studio e di a***isi avviene a circuito chiuso e quasi sempre nell'indifferenza generale. Ma è anche vero che agisce in profondità, e
i risultati si vedono sul lungo periodo. Non bisogna avere paura di essere minoranza"
(Pierre Nora)
Scipione è stanco
di navigare
con voce cava e vento nel petto:
"lascia a Dio, lascia a Dio, lascia a Dio, lasciala a lui"
"lascia a Dio quei giorni biondi"
"lascia a Dio chi non c'è più"
le sue bestie addormentate rispondevano così:
"sulle piaghe Dio mette il sale,"
"Dio alle piaghe mette il sale"
nh no, mai...
No, no, non... mai...
oh no, mai...
no, no, no... mai...
La terra...
la terra è una lucertola distesa,
di notte un avambraccio ingioiellato
Scipione indora tutte le sue intese,
e lotta da misantropo del mare.
il suolo ha i chiodi, il globo lo deruba,
incita ai giochi e introna coi suoi canti.
Lui beve la terra e mangia il sale,
intinge sguardi di speranza ossea,
dal mare, brucia gli oli e gli antenati
di notte sogna, ha gli occhi dei gabbiani.
Corri! Corri e sii veloce, l'aria imbruna
i fiordi dei tuoi sogni nudi, apri le ali e
vola! vola sulle folle a picco sulle
torri , tre torri roventi, ali bianche.
Folle e santi a piedi nudi,
i canti a mo' di scudi
e reliquie d'uva,
controvento.
Ma quel vento sa, ed è un momento,
mentre dio mare, quello ha tempo.
Una tela che indora le imprese
ti ha fregiato il "minotauro del cielo"
...coi gabbiani
Vola! vola e sii veloce, l'aria dora
i mondi che sgorgano a fiumi
- i paggi lenti -
folle e santi a piedi nudi,
i canti a mo' di scudi
e reliquie d'uva,
controvento.
[Inspired by the painting "Procession during the Vesuvius eruption", painted after 1631 by the artista Scipione Compagno, Museum of Sanmartino (Naples)
In memory of Umberto Bile.]